Recensione: "Il Regime Comitale di Modica nel rapporto
con la Corona", di Giuseppe Chiaula - Ed. La Biblioteca di Babele, Modica, 2006
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La Corona
Sabauda nel rapporto con la Contea di Modica
di Giuseppe Nativo
Le “questioni emergenti da
momenti ed aspetti dell’assetto istituzionale della Contea di Modica” sono
ampiamente studiate ed egregiamente esplicitate nell’ultima e recente
pubblicazione di Giuseppe Chiaula, “Il Regime Comitale di Modica nel rapporto
con la Corona” (edizioni La Biblioteca di Babele, Modica 2006, pp. 138).
L’Autore, modicano ma residente da diverso tempo nell’Urbe dove ha esercitato
varie funzioni giuridiche (giudice; Magistratura della Corte dei Conti; ha il
Titolo Onorifico ufficiale di “Presidente della Corte dei Conti”), non è nuovo a
questo tipo di saggistica (cfr. “Il mistero dei nove” e “Addizioni a Il mistero
dei nove”, Setim, Modica 1998-2001). |
La particolarità dell’opera sta, innanzi
tutto, nella capacità di analisi storica intrapresa con l’occhio analitico del
Giurista. Non a caso l’estensore della postfazione, il professore Giorgio
Colombo (“Archivum Historicum Mothycense”), scrive con fermezza critica e
serenità d’animo che Chiaula tratta l’intera tematica “con dilucidazione
giuridica ampia e incisiva”, precisando che “lo studio dell’Autore” costituisce
un “prezioso contributo che soltanto un eminente giurista poteva consegnare agli
storici”. La scorrevole ed interessante
discettazione si suddivide in tre parti, articolate seguendo la plurisecolare e
travagliata storia di questo lembo sud-orientale di Sicilia. Dopo la bella
introduzione che va a toccare quella fetta di passato remoto relativa alle
originarie “due” Contee, quella di Ragusa e quella di Modica, poi unificatesi in
un’unica istituzione giuridica, ovvero la Contea di Modica, l’Autore prende in
considerazione “il regime di particolare privilegio (comparativamente con altri
‘stati feudali’ della Sicilia) che caratterizzò la Contea nel periodo successivo
alla assunzione della titolarità da parte di Bernardo Cabrera (concessione di re
Martino, in data 5 giugno 1392)”. Nella terza parte e in appendice Chiaula
dedica l’attenzione alla tesi della “pretesa irreversibilità” – in termini di
limite per il potere della Corona – degli antichi privilegi comitali della terra
“de Mohac”. |

Vittorio
Amedeo II di Savoia |
Ciò avuto riguardo alla disputa, in proposito insorta, tra la Contea – nel
periodo in cui ne era titolare il re Filippo V (1683-1746) di Spagna, per
effetto del trattato di Utrecht (1713-1720) – ed il neo re di Sicilia,
Vittorio Amedeo II di Savoia (1666-1732). Risulta evidente come il saggio di Chiaula
fornisca una radiografia non solo storica delle vicende che caratterizzarono
quel periodo, ma anche “politico-istituzionale” per la compiuta ed acuta analisi
di carattere squisitamente giuridico che riesce a dare al lettore relativamente
alla disputa incardinata tra le “due” parti contendenti.
Giuseppe
Nativo
Ragusa, dicembre 2006 |
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